Balto, la vera storia della corsa del siero.

Tutti hanno visto almeno una volta il film animato Balto ma pochi conoscono la vicenda che lo ha ispirato.

In questo articolo ti parlerò della vera storia di Balto e della corsa del siero, avvenuta nel gennaio del 1925 in Alaska a causa di un’epidemia di difterite.

Chi era Balto?

Balto non era un mezzo lupo randagio come ci racconta il film ma un normalissimo cane da slitta, più precisamente un Husky.

Secondo il suo proprietario, Leonhard Seppala, non era neanche tanto bravo nel suo compito. Difatti sosteneva che Balto andasse bene solo per trasportare la posta per brevi tragitti.

Perché Balto è diventato famoso?

Ti starai chiedendo come ha fatto un comune cane da slitta a diventare cosi famoso, tanto che ancora oggi ricordiamo il suo nome.

Semplice, Balto è stato il cane che ha concluso la corsa del siero. Una staffetta che ha permesso di portare l’antitossina nella città di Nome, in Alaska, dove era in corso l’epidemia di difterite.

L’inizio dell’epidemia.

Il primo caso di difterite a Nome è stato riscontrato in un bambino di due anni.

Il primo pensiero è stato che il bimbo avesse una semplice tonsillite ma purtroppo pochi giorni dopo muore inspiegabilmente.

La madre nega la possibilità di effettuare l’autopsia sul corpicino del figlio cosi la malattia rimane ancora nascosta ai medici e continua a diffondersi.

Dopo svariate morti la città di Nome viene messa in quarantena e viene dichiarata l’epidemia.

La corsa del siero.

Nome non aveva scorte illimitate di antitossina, l’unica cura possibile per la difterite. Poco dopo l’inizio dell’epidemia hanno dovuto ordinare oltre un milione di scorte per far fronte a tutti i malati.

Purtroppo quell’anno fu particolarmente sfortunato anche per quanto riguarda il maltempo. Dicono che l’inverno del ’25 è stato uno dei più freddi mai registrati.

A causa della glaciazione dei porti e il maltempo Nome non era raggiungibile ne via mare ne per via aerea, così la richiesta non arrivò mai.

Riuscirono a trovare una piccola scorta ad Anchorage, distante da Nome più di 1700 km.

Le due città non erano direttamente collegate dalla ferrovia.

L’unico modo per raggiungere Nome erano i cani da slitta che all’epoca si occupavano della consegna della posta.

In poco tempo viene organizzata una staffetta di venti mute (squadre di cani da slitta), tra cui quella di Balto, per portare a Nome l’antitossina.

cani da slitta
Foto di badamczak80 da Pixabay

La corsa di Balto.

Come dicevo prima Seppala non considerava Balto un buon cane da slitta, difatti non era lui il leader della sua muta ma un altro cane di nome Togo.

Togo, in quanto leader ha percorso il tragitto più lungo e pericoloso. Ha corso per ben 91 miglia (più di 145 km) prendendo una scorciatoia attraverso la pianura di Norton sopra lastre di ghiaccio sottile.

Balto si è occupato delle ultime 50 miglia (poco più di 80 km), ha concluso la staffetta ed è arrivato in città dove ha trovato la folla pronta ad accoglierlo e a festeggiarlo.

Seppala non era affatto felice dei festeggiamenti che riservarono a Balto, non pensava se lo meritasse dato che è stato Togo a percorrere il tragitto più lungo e pericoloso di tutta la corsa. Se non fosse stato per Togo Balto non sarebbe mai arrivato in città.

Nonostante la temperatura esterna di -40°, le 300mila unità di antitossina da Anchorage sono arrivate a Nome in poco più di cinque giorni.

Cos’è successo a Balto dopo la fine della corsa?

Dopo aver concluso l’impresa Balto e Togo sono stati venduti a una famiglia di circensi che li teneva in condizioni misere e li sfruttava per gli spettacoli.

George Kimble, venuto a conoscenza della situazione, decide di aiutare i salvatori di Nome.

Organizza una raccolta fondi e con il ricavato riesce a concedere ai cani un posto nello zoo di Brookside, dove resteranno fino alla fine dei loro giorni.

Dopo la morte sia Balto che Togo sono stati imbalsamati ed esposti in musei.

Togo è stato esposto al ’Iditarod Trail Headquarters Museum di Wasilla, in Alaska mentre Balto al museo di storia naturale di Cleveland.

balto statua
In foto la statua di Balto a Central Park.

Ciao Branco, spero che l’articolo ti sia piaciuto. Se ti fa piacere seguirmi, oltre che su Instagram, mi trovi anche su Twitter come @TartufoNeroblog. Ci vediamo al prossimo articolo, Yasmine.

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